Non sarà "ancora alberghi", questo “ALBERGO DIFFUSO”
Il progetto sociale dell’ALBERGO DIFFUSO (A.D.) può finalmente essere anche per noi l’innovativa saggia opportunità di investimento pubblico/privato nel “Turismo Sostenibile”, e non soltanto e banalmente attività alberghiera (di rapina), nè (furbi) B&B a go-go nè forme dilaganti e spopolanti di “affitti brevi” (Airbnb).
Ri-utilizzando, con sapiente e corale gestione centralizzata, solo strutture e immobili già esistenti “diffusi nell’autenticità locale” - semplici abitazioni appena da ricondizionare, palazzetti storici dimenticati [dismessi o in (s)vendita], case sussurranti di paese, casolari tipici sorridenti, ex luoghi di lavoro o d’impresa ecc. - l’A.D., in sinergia tra residenti e turisti, valorizzerebbe diversamente e con successo i nostri borghi storici espulsi dalle zuccherose rotte turistiche. Senza costruire il solito albergo (l’albergo in più o l’albergo che non c’era), senza cacciare gli abitanti, senza insistere nella violenza del territorio.
Borghi e colline restano integri, gentili. Per il turista emergente che cerca nuovi stimoli, addio stress nelle ospitali dimore-soft a misura d’uomo di albergo diffuso mimetizzato nel jazz dell’ambiente, conservate ad arte per lui.
Conservare qui non significa congelare, bensì rivitalizzare rigenerando con cautela e rispetto: solo che ormai è compito delle anime volenterose del borgo snaturato e svilito da certa modernità, bonificarsi dal kitsch delle brutture sovrapposte, frutto dell’abitudine all’incuria dei propri amministratori e dell’ignavia dei troppi sudditi votanti. Presane tristemente coscienza, tocca a loro subito reagire, macinar idee, pianificarle con luminosa intelligenza, progettare, organizzarsi, restaurare come si deve. Perché, come in acustica la qualità d’ascolto è compromessa dal più scadente dei componenti, così un borgo si mostra brutto-e-cattivo e respingente al visitatore se anche uno solo dei suoi elementi importanti resta sciatto e scadente: solo ricondizionandone tutte le parti critiche con cura, impegno, sentimento, armonia e spirito sociale, il borgo diventerà attrattivo e funzionerà. Servizi, viabilità, segnaletica, traffico, sicurezza, trasporti, illuminazione… cose così, a tutto campo.
Il turista/viaggiatore che sceglie l’A.D., statisticamente meno corsaro, più leale e sensibile della cieca massa vacanziera, guarda con occhi come fionde, pensa, confronta, giudica, pretende. Torna a casa sua e racconta. Ma pure dà. E quel che dà - specie in esperienza, socialità, cultura - è patrimonio regalato che resta al territorio, è curriculum che non si disperde.
- Se (per es.) il comprensorio del borgo a 494 m s.l.m. vuol degnamente competere con le forme tradizionali di ricezione alberghiera del circondario con un A.D., ri-conosciuti in coscienza i propri punti di debolezza, vi rimedi! Ricordandosi che il suo cliente potenziale prediligerà sempre - migliorandole - la calma, il silenzio giusto, la quiete dell’antico, la pulizia urbana, l’informazione, i prezzi morigerati e sorvegliati, l’aria buona, la genuina cortesia di paese.
Ma non basta.
Non basta perché occorre aggiungere un connotato speciale a questo A.D.. Certo per distinguerlo, ma anche per cogliere l’opportunità di dare al settore vacanziero corrente (che normalmente ne è lontano) qualcosa di autenticamente culturale. Sta diffondendosi l’arte di viaggiare: spinta dalla curiosità, dalla voglia di esplorare, di imparare o da chissà cosa, c’è sempre più gente che vuol scegliere “dove” andare e “perché”. Un borgo meno nevrotico e più umano certamente attira, poi se offre una certa panoramica culturale originale attuale è meglio.
Per cui, agganciandomi non per caso alla cronaca di questi giorni, il polverone mediatico sulla banana con scotch di Maurizio Cattelan venduta all’asta alla cifra folle di 6,2 milioni di dollari, bassa cronaca giornalistica che sbeffeggia l’Arte Contemporanea centrifugandola coi soldi dei mercanti, degli speculatori e di galleristi più spregiudicati che competenti, propongo l’idea di dare alle varie dimore-soft del borgo a 494m s.l.m. (sempre per esempio) adibite ad A.D. i nomi di noti artisti/performer internazionali di Arte Contemporanea*. Se i siti fossero 10, sceglierei
BANSKY CHRISTO KOONS PAOLINI KOUNELLIS HOCKNEY KIEFER CASTELLANI GILARDI CATTELAN
E di ognuno “arrederei” gli interni (possibilmente pure gli esterni) con manifesti, stampe, cataloghi, adesivi, modellini e multipli di opere dell’artista di cui quell’A.D. ha preso il nome. Come se lì ci abitasse davvero lui, l’artista famoso, ah ah…
Ovviamente, a prezioso supporto dell’operazione, si progetti una comunicazione adeguata che informi, racconti, spieghi, insegni, appassioni. Ma, per favore, in un italiano preciso e brillante, non medicinal-burocratico-pomposo come fan tutti. Anche in oxfordiano inglese (non maccheronico o all’amatriciana, che poi ci ridono dietro…), e in spagnolo, cinese e russo. Sììì! Non è strano, serve!
Ma ancora non basta.
- Al “nostro” ALBERGO DIFFUSO necessita pure un marchio/logo esclusivo. Eccolo:
*P.S. – Ah… ci vuole un certo fiuto per orientarsi nell’Arte Contemporanea. Ripa ce l’ha.
PGC Messico e nuvole - 1 dicembre 2024
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