“BESTIARIO PROSSIMO”
mostra personale di CESARE D’ANTONIO
San Benedetto del Tronto — Palazzina Azzurra dal 7 dicembre '24 al 19 gennaio '25
Pensiamo subito a quel lontano illuminante libro di Brunella Gasperini, “UNA DONNA E ALTRI ANIMALI” (1978), nello scorrere il pieghevole in cui Cesare D’Antonio presenta la sua mostra “BESTIARIO PROSSIMO” soffermandosi a lungo sull’affascinante esplorazione del legame tra l’umanità e il regno animale.
Attraverso le svariate tecniche artistiche che gli sono congeniali, ma con rinnovati ironia critica, sguardo prismatico, passione ambientale e leggerezza, l’autore rappresenta un mondo visionario - tra il reale e il fantastico - di animali allegoricamente modificati o troppo umanizzati. [meno cani e gatti, ormai fuori concorso…].
Contrariamente ai bestiari medioevali che raccontavano gli avventurosi incanti di quando uomini e animali convivevano democraticamente, D’Antonio agli animali già stravolti dai troppi nostri agenti inquinanti trasforma pure il nome (conservandoceli però bizzarri e simpatici).
Quelli rimasti all’apparenza uguali, come per es. i “pinguini del Capo”, li mette in fila come soldatini dietro al loro vanitoso comandante dal rosso e caldo piumino di marca; poi tra quelli atavicamente gregari, le pecore in gregge, voilà l’unica pecora-nera, la bastian contraria: a somiglianza del solitario e raro umano che coraggioso e “mai sotto dettatura” si ribella al tran tran del branco. Certo, difficile che l’uomo ce la faccia… ma anche la pecora.
Mostra affascinante, urgente e profondamente didattica, come le indimenticabili di Gianluigi Capriotti, anche quelle con gli animali protagonisti.
E’ con mostre come questa, che la Palazzina Azzurra si fa quasi perdonare certi imbarazzanti eventi tipo la recente “Prospettiva Van Orton”, che ce la sequestrò - per 7 mesi, quasi 3 stagioni! e a pagamento! - imponendoci il NIENT pompato dal marketing.
Ma quanta fatica andarci, nella Palazzina sprofondata nell’ingiustificato buio cosmico, isolata dalle invalicabili labirintiche barriere dei lavori sul lungomare.
Solo le 50 abusive anatre dell’Albula son venute al volo quando gli pareva, pure fuori orario! Abituate libere - eppur quasi in cattività - ad essere guardate più da sfaccendati umani che dalle loro simili, in Palazzina si son divertite un sacco con animali strani o mai visti, con un uomo che li ha portati, e ancora con altri uomini e altri animali.
PGC - 15 gennaio 2025
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